Ci basterebbe il Napoli del Parco dei Principi…
Le ultime ore prima di Napoli-Granada, tra ricordi, timori, speranze e sogni. Che Napoli vi piacerebbe (ri)vedere?
Il Napoli stasera affronterà il Granada, alle ore 18.55, allo Stadio Diego Armando Maradona, ed è chiamato alla rimonta: nella gara d’andata dei sedicesimi di Europa League gli spagnoli si sono imposti per 2-0 e ora vorranno difendere un doppio vantaggio che vale oro.
Pesa, invece, tonnellate di cemento per questo Napoli che nel mese di febbraio praticamente agli sgoccioli ha vinto una sola volta, contro la Juventus il 13 febbraio. Ma quanto è stato bello. Non dobbiamo nemmeno raccontarcelo quanto è stato bello e quanto sarebbe stato ancor più bello se fosse diventato ugualmente importante. La vittoria contro i rivali sportivi per eccellenza è stata letteralmente una luce in mezzo a un buio profondo; ma le tenebre sono tornate presto a far compagnia ai nostri azzurri.
Quindi, la sconfitta col Granada è arrivata senza fare troppo rumore, perché in mezzo ad un caos ormai abituale. E la partita di stasera rischia di essere un punto cruciale della stagione (per quali obiettivi continuerebbe a lottare questo Napoli? Solo per un piazzamento in Champions?) o di essere vissuta con altrettanta apatia, lo scudo che tanti tifosi azzurri hanno indossato per non continuare a soffrire per quella che per altri è “solo una squadra di pallone”.
Ci basterebbe quel Napoli non esaltante ma vincente visto il 13 febbraio, ora? O preferiremmo un Napoli bello da vedere, che faccia divertire, sognare, tenere gli occhi spalancati e fissi sulla partita tanto da scordarsi dell’obiettivo? Ci basterebbe, forse, il Napoli del Parco dei Principi? Sì, quello che disse la propria contro il Paris Saint Germain in Champions e non passò nemmeno il girone; ma le pene furono commisurate alle speranze. Ve lo ricordate?
Stagione 2018/19, il Napoli finisce nel gruppo C di Champions League, anche se “I” come Inferno sarebbe stato più idoneo. La squadra che la stampa considera “più semplice” è la Stella Rossa, poi Liverpool e Paris. Alla fine di quell’anno calcistico, avrebbero vinto tutte il proprio campionato tranne una, il Liverpool che – indovinate un po’ – si sarebbe però aggiudicato proprio la Champions. Eppure, alla penultima giornata gli azzurri sono in testa al girone… La sconfitta all’ultima giornata, all’Anfield per 1-0 ribalta la classifica, con il PSG che si riprende la testa e il Liverpool che strappa il secondo posto solo per la combinazione della differenza reti. Per i pragmatici, a condannare gli azzurri è stato l’inutile goal dell’1-3 subito dalla Stella Rossa nella gara precedente. Per i sognatori, il 2-2 di Di Maria in pieno recupero al Parco dei Principi. Voi da che parte state?
Il Napoli al Parco dei Principi andò in vantaggio con Insigne, si auto-raggiunse con una sfortunata autorete di Mario Rui, provò a sistemare tutto col 2-1 di Mertens e vide sfumare i 3 punti col 2-2 finale al 93’. Ma quanto ci fece divertire quel Napoli al Parco dei Principi. Se prima del fischio di inizio ci avessero chiesto di firmare per un pareggio a Parigi, in tantissimi lo avremmo fatto ad occhi chiusi. Quella sera il pareggio ci andò stretto e il Napoli ci insegnò che non dovremmo mai fidarci dei nostri limiti, meglio contare sulla caparbietà. Che poi è vero che il calcio è strano, a volte è un gioco e a volte no, gira a modo suo e la Dea Fortuna si diverte insieme all’amico Fato. Ma quel Napoli, il Napoli del Parco dei Principi, ci fece chiudere la serata con le palpitazioni per l’adrenalina buona e gli occhi lucidi per l’Emozione.
Perché vi stiamo raccontando proprio di quel Napoli? Avremmo potuto scegliere sicuramente partite diverse da quella di Parigi ma che conservano la stessa essenza, non avrebbe fatto molta differenza. Ognuno ha il suo “Napoli al Parco dei Principi”. Per qualcuno è la squadra di Napoli-Lecce del 2010, con il recupero di Grava e il goal di Cavani all’ultimissimo. Per qualcun altro forse è quella di Cagliari-Napoli del 2009 col 3-3 di Bogliacino e l’esultanza di Lavezzi. E se la memoria va avanti o indietro quante altre partite straordinarie potremmo citare, di generazione in generazione…
Dire che ci basterebbe il Napoli del Parco dei Principi vuol dire, in realtà, che ci basterebbe quel Napoli di cazzimma, di braccia al cielo, di urla strozzate in gola e poi liberate a decibel sconosciuti. Quel Napoli di “torna a sederti lì, che stavamo per segnare”, di sciarpe da stringere anche sui divani di casa, di pulsazioni cardiache che senti una ad una.
Col Granada, rivedere quel Napoli sarà difficile e tutti lo sappiamo. Con sincera consapevolezza (anche se ci piacerebbe dar colpa solo alla scaramanzia), uscire da questo limbo in cui gli azzurri sembrano stare a loro agio appare un’ipotesi lontana, senza contare che in campionato ci aspettano altre 3 gare in 8 giorni…
Ma, almeno per stasera, ci basterebbe quel Napoli che accarezza le speranze e culla i sogni in nome della resistenza: ‘che qualche volta come si è combattuto vale più di quanto si è perso.
“Devi cambiare d’animo, non di cielo”: la frase che mi ripeto più spesso quando mi viene voglia di scappare; ma restare mi piace di più. Credo nelle radici anche quando meriterebbero di essere estirpate.
Il mio primo amore è stato – ed è – il calcio. A 14 anni ho iniziato a seguire il Sant’Antonio Abate, prima da appassionata e poi da addetto stampa: Eccellenza, serie D, Eccellenza e continua a leggere