“Dialoghi sul paesaggio vesuviano”, Sant’Antonio Abate protagonista della storia
L’Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali con un video porta alla luce le bellezze delle testimonianze materiali e immateriali del nostro territorio e ci ricorda perché noi abatesi dobbiamo custodirle.
Pochi giorni fa, sulla pagina ufficiale dell’Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali è stato presentato un video che anticipa la pubblicazione “Dialoghi sul Paesaggio Vesuviano”, una raccolta ad opera di Claudio Rodolfo Salerno, presidente e fondatore dell’Istituto che, dal 1989, ha curato diverse pubblicazioni e mostre scientifiche. L’ISDN “si pone come obiettivo la divulgazione e il trasferimento della ricerca scientifica e tecnologica inerente i grandi temi delle Scienze Naturali, i cui lavori hanno carattere multidisciplinare ed interdisciplinare e si avvalgono di differenti professionalità tra cui agronomi, antropologi, archeologi, architetti, artisti, biologi, botanici, erboristi, fotografi, ingegneri, movie-maker, naturalisti e palinologi” come si legge sulla loro pagina Facebook.
Da qualche anno, anche Sant’Antonio Abate è diventata protagonista di queste ricerche storico-culturali da parte del dott. Salerno e il fermento sulle indagini del nostro passato, gli episodi di valorizzazione con qualche intervento annesso per realizzarli a cui abbiamo assistito e stiamo assistendo hanno fatto sì che l’istituto dedicasse al nostro territorio l’importante pubblicazione di cui il video è solo un’anticipazione e a cui hanno collaborato, oltre al soprintendente Mario Cesarano referente della nostra zona, anche alcuni nostri concittadini: Anna Iolanda D’Antuono, ex assessore alla cultura del Comune di Sant’Antonio Abate, Salvatore Branca, Presbitero Diocesano presso la Parrocchia di Sant’Antonio Abate e Mario Abagnale, videomaker e fotografo.
Il video (che potete vedere qui) mette in risalto la cosiddetta “Grande Identità” del nostro territorio, quella che proviene dal passato, dalle tradizioni, dalla cultura e dalle testimonianze che ancora oggi – per fortuna – restano ben visibili. Si pensi semplicemente ai resti archeologici della strada romana ritrovati l’anno scorso in piazza don Mosè Mascolo (che saranno perimetrati adeguatamente, ha comunicato l’amministrazione comunale, quanto prima). Le immagini che scorrono, inoltre, fanno luce su altri capolavori abatesi: il sito archeologico di Villa Cuomo, rinvenuto negli anni ’70 e l’antica chiesetta di Sant’Antonio di Vienne, restaurata tra il 2015 e il 2016.
Lavori del genere, abbinati a interventi attuativi ed eventi culturali, potrebbero far crescere il nostro territorio, ricco di testimonianze, materiali e immateriali. E servono anche a ricordarci che siamo gli unici eredi di un enorme bagaglio culturale. Affinché anche le generazioni future possano goderne ed avere memoria della propria identità, noi siamo chiamati a diventare custodi della storia. Non basta forse questo a spiegare perché dobbiamo aver cura del patrimonio storico del nostro territorio?
Sono Gabriele, studio architettura nella splendida cornice di Napoli e scrivo per Tutta N’ata storia insieme ad un gruppo di amici ormai da un bel po’, nella convinzione di riuscire a reinventarsi sempre, nonostante tutto. Questa esperienza è nata quasi per caso ed insieme a tante altre ha fatto di me la persona che sono oggi, una persona diversa da ieri e anche da domani, che non vuole mai smettere di crescere e di imparare continua a leggere