“Louie Louie” lascia il segno!
Oggi abbiamo deciso di raccontarvi la storia di una canzone che negli anni ’60 alimentò il ciclo rivoluzionario del rock ‘n roll, iniziato poco tempo prima. Il mondo della musica a in quel periodo apriva ancora le porte a numerosissimi autori, ma quel nuovo genere musicale tardava a ripresentarsi. I The Kingsmen bussarono inaspettatamente, portando con loro stupore e pensieri complottisti! Scopriamone di più insieme.
Questa storia si svolge in America, precisamente nel 1963, anni in cui la gente è in fissa con il twist, il surfin, ed ogni genere di ballo sfrenato accompagnato dal pop leggero. I palcoscenici sono dominati da band come i The Beach Boys, le Shirelles e artisti come Dick Dale o Chubby Checker. Ma che fine ha fatto il rock n’roll?
Nei primi anni ‘60, le classifiche musicali vedono la scomparsa di questo genere musicale e sono riempite da celebrità temporanee che non cantano della propria euforia, ma si limitano a far riecheggiare motivetti allegri e spensierati nella mente dei propri ascoltatori. Pochi anni prima la musica aveva iniziato a cambiare grazie a grandi autori come Elvis Presley, Johnny Cash e Jerry Lee Lewis. Però, con la scomparsa di queste leggende, padri della musica rock, sembrava che nessuno fosse più in grado di riprodurre tali suoni ed emozioni.
La situazione si ribalta nuovamente quando, nell’estate del ‘63, Arnie Ginsburg, dj ufficiale di un’emittente radio bostoniana, fa scoprire ai suoi ascoltatori “Louie Louie”. Questa canzone viene lanciata come secondo singolo dei The Kingsmen, che rivisitarono l’omonimo pezzo precedentemente scritto da Richard Berry nel ‘55. Il brano dei The Kingsman è riprodotto da Ginsburg nella sua classifica dei worst record of the week (peggiore registrazione della settimana), ma i gusti del pubblico sono decisamente diversi da quelli del dj. Sono numerosissime le chiamate al centralino e chiunque riesce a mettersi in contatto con la radio di Boston chiede il nome ed il bis della canzone. Da cosa deriva tutto questo successo?
“ Louie Louie” alimenta il focolaio rock che si stava pian piano spegnendo grazie alla ventata di aria fresca che porta nel clima musicale dei primi anni ‘60, per il suo ritmo molto semplice da imitare da chiunque; ma, soprattutto, grazie a Jack Ely, cantante del gruppo, che aveva biascicato le parole per tutta la durata della registrazione, creando molto stupore, dubbi ed idee di veri e propri complotti! Infatti, quasi nessuna parola pronunciata da Ely era comprensibile. Ma cosa affermano le teorie complottiste?
La fantasia delle persone dilaga su tanti argomenti, partendo dall’incitamento all’uso di droghe o alcool per arrivare a dei seri colpi di stato, fino a quando una chiamata anonima partita dalla Saratona High School, in Florida, informa l’FBI che quella strana canzone ostenta contenuti osceni. I servizi segreti americani prendono molto seriamente quella segnalazione, lavorando per ben due anni sul caso. Il tempo impiegato nell’investigazione è però vano e la dichiarazione conclusiva dell’indagine afferma l’innocenza del testo. Un’innocenza che involontariamente ha influenzato una gran parte di storia. Come?
“Louie Louie” non è stata soltanto la moda del momento, ed i The Kingsmen sono stati in grado di creare tanto scalpore, ma anche di ispirare molti altri ragazzi a fare musica. Negli anni a seguire, la loro canzone diventa un vero culto e viene coverizzata da tantissimi autori partendo dai The Kinks ai Beatles, per arrivare ai The Clash e Iggy Pop. Ha ripreso vita in questo modo il focolaio del rock ‘n roll, ancora vivo nei nostri giorni.
A cura di Sebastiano Alfano