PUC: quello che c’è da sapere sullo strumento urbanistico finalmente approvato a Sant’Antonio Abate
Nelle ultime settimane tanto si è parlato dell’approvazione del Piano Urbanistico Comunale di Sant’Antonio Abate. Una lunga ed estenuante attesa per gli abatesi, che è finalmente giunta al termine. Ma cosa c’è da sapere sul PUC? Vediamo qualcosa insieme!
È notizia ormai nota che Sant’Antonio Abate ha il suo PUC. Un traguardo che ha sconvolto positivamente la cittadinanza, da troppo tempo in attesa di una regolamentazione adeguata del territorio. Scopriamo insieme cos’è questo strumento urbanistico, a cosa serve e come si è arrivati all’attuale risultato.
CHE COS’È IL PUC?
Il Piano Urbanistico Comunale, previsto dalla legge n°16 del 22 dicembre 2004 della Regione Campania e integrato dal regolamento n°5 del 4 agosto 2011, è uno strumento di importanza fondamentale per la regolamentazione del territorio e la pianificazione delle trasformazioni urbanistiche. La redazione viene effettuata da tecnici del settore (architetti, ingegneri, geologi e avvocati) che attraverso l’osservazione di criteri di tutela, riqualificazione e trasformazione che tengano conto del costruito, del territorio e dell’ambiente, hanno l’obbligo di rispettare piani sovraordinati che regolano il territorio ad una scala più ampia (regione e provincia) o in riferimento a particolari condizioni (rischio idrogeologico e/o importanza paesaggistica).
I TENTATI STRUMENTI URBANISTICI A SANT’ANTONIO ABATE
Il primo strumento di pianificazione abatese risale al 1960, un Piano di Fabbricazione che regolava le fabbricazioni edilizie (senza, però, tener conto delle infrastrutture e dei servizi necessari). Dopo due varianti al PdF del 1976 e 1978, che specificavano le tipologie di costruzioni edilizie ammesse nelle zone industriali e nelle borgate rurali (adeguatamente evidenziate), nel 1981 viene redatto un Piano di Recupero post-sisma del 1980, approvato solo nell’83.
Dopo la stesura negli anni ‘90 di un PRG (Piano Regolatore Generale, il “vecchio PUC”), alcuni adeguamenti e rielaborazioni dello stesso fino al ’97, si arriva negli anni 2000 per cercare di redigere il nuovo strumento urbanistico definito dall’allora neonata legge del 2004. Tralasciando diversi tentativi mai giunti al termine, arriviamo al 2016, quando un’ennesima mancata occasione del conseguimento dell’obiettivo PUC definisce l’arretratezza del Comune abatese, che resta ancora regolato da uno strumento vecchio di decenni.
IL NUOVO PUC PER SANT’ANTONIO ABATE
Spinta probabilmente dalla Legge regionale n°19 del 22 giugno 2017, che colpisce i Comuni che non adottano il PUC entro il 31 dicembre 2018 e non lo approvano entro la fine del 2019 (prevedendo in caso di inadempienze anche il commissariamento), l’amministrazione comunale Varone alla fine del 2017 ha ricominciato a lavorare alla redazione di un Piano Urbanistico Comunale nella speranza di riuscire a raggiungere l’atteso obiettivo. Incaricato l’assessore all’urbanistica, il dott. Alfonso Manfuso, e ingaggiato come tecnico redattore del piano il prof. Ing. Roberto Gerundo, col supporto dell’ufficio tecnico comunale abatese, si è arrivati alla pubblicazione della proposta di piano, adottato in giunta nell’ottobre del 2018. Dopo le osservazioni presentate e la valutazione delle stesse, la Giunta Comunale ha provveduto all’adeguamento e, successivamente, ha trasmesso il PUC alla Città Metropolitana di Napoli con la delibera n°16 del 30 gennaio 2019. È del 25 marzo 2019, invece, la verifica di coerenza del PUC da parte dell’organo provinciale, che definisce il piano “coerente alle strategie a scala sovracomunale”.
Il piano è stato approvato: si attende, quindi, la pubblicazione dello stesso sul BURC (Bollettino Ufficiale Regione Campania) per rendere ufficiali ed effettive le prescrizioni del tanto atteso strumento urbanistico.
NOVITÀ PREVISTE DAL PIANO
Le situazioni previste dall’attuazione del PUC miglioreranno le condizioni dell’intera comunità: il piano offrirà ai cittadini molteplici vantaggi di cui l’assessore delegato, nel consiglio comunale del 28 marzo 2019, si è fatto portavoce: sarà possibile “valorizzare le proprietà immobiliari, incrementare la dotazione di parcheggi pertinenziali (anche nella zona del centro storico A2), recuperare i vani abitativi ai piani terra prospettanti su strade pubbliche attraverso l’incremento volumetrico in sopraelevazione e il contestuale cambio di destinazione d’uso”. Sarà inoltre possibile, ha affermato Manfuso, “aumentare la volumetria del 20% per le destinazioni residenziali, e del 30% per funzioni commerciali e direzionali per le zone B2”. E non è tutto: il PUC definisce anche interventi rivolti al soddisfacimento degli standard urbanistici previsti dal decreto interministeriale n°1444 del 2 aprile 1968, attraverso “il coinvolgimento dei privati che potranno intervenire direttamente sui suoli destinati a standard realizzando aree verdi attrezzate per il gioco, lo sport e parcheggi convenzionati con il Comune”. La mobilità dei flussi di traffico pesante, invece, sarà alleggerita grazie alla “riconversione dei fabbricati industriali in spazi urbani polifunzionali (residenze sociali, commerciali, uffici, turistico-recettivo, artigianale, spazi pubblici)” e si supereranno le attuali “concentrazioni di traffico su via Roma attraverso la realizzazione di nuovi tratti stradali e adeguamenti geometrici di strade già esistenti“.
UNO STRUMENTO A SERVIZIO DELLA COLLETTIVITÀ
I tanti anni di mancanza di un piano che regolasse il territorio e ne governasse le trasformazioni urbanistiche hanno modificato la percezione della normalità. Fino ad oggi si è inteso il PUC come qualcosa avulso dalla realtà, un sogno. Ciò, però, non ne ha cambiato il suo senso più profondo: quello di essere strumento attuativo che definisca gli interventi e le necessità di un paese, così come stabilito dalle leggi, tutto ciò contenendo il consumo di suolo e promuovendo criteri di vivibilità che troppo spesso dimentichiamo in quanto non li vediamo. L’urbanistica, nella sua accezione più autentica, insieme all’architettura, determina il benessere delle persone e le sue esigenze, senza mai cedere ad interessi individuali e perseguendo il bene della collettività.
Tutti gli elaborati del PUC sono visionabili sul sito ufficiale www.pucsantantonioabate.it
Fonti: www.pucsantantonioabate.it; www.cittametropolitana.na.it; “All´ombra del cemento. Abusivismo edilizio a Sant´Antonio Abate (Napoli)”, tesi magistrale di Margherita Mascolo.
Sono Gabriele, studio architettura nella splendida cornice di Napoli e scrivo per Tutta N’ata storia insieme ad un gruppo di amici ormai da un bel po’, nella convinzione di riuscire a reinventarsi sempre, nonostante tutto. Questa esperienza è nata quasi per caso ed insieme a tante altre ha fatto di me la persona che sono oggi, una persona diversa da ieri e anche da domani, che non vuole mai smettere di crescere e di imparare continua a leggere