Il Comune apre “Una finestra sulla strada”: resti archeologici a portata di pubblico
Il Comune di S. Antonio Abate organizza un’apertura straordinaria del cantiere di Piazza Don Mosè Mascolo per condividere, con la cittadinanza tutta , il recente ritrovamento archeologico.
Mentre a Largo Sandro Pertini sarà già tempo di Carnevale con l’esposizione dei carri allegorici (ve ne abbiamo parlato qui), domenica 3 marzo, dalle ore 10.00 alle 13.00, presso il portico a ridosso della parrocchia di S. Antonio Abate – in Piazza Don Mosè Mascolo – si terrà l’iniziativa “UNA FINESTRA SULLA STRADA” Archeologia in diretta.
Gli abatesi, e non, avranno la possibilità di “sbirciare” il cantiere della nuova agorà cittadina per osservare più da vicino il ritrovamento archeologico – di cui vi abbiamo parlato in un nostro precedente articolo – che ha rimesso in discussione la progettazione del nuovo spazio urbano.
Nel comunicato ufficiale del Sindaco Antonio Varone e dell’assessore Carmen Esposito si legge, a tal proposito: “I cittadini avranno la possibilità di affacciarsi sul cantiere per ammirare i ritrovamenti e, grazie alla collaborazione di molteplici tecnici, potremo spiegare la connotazione del tracciato e, perché no, condividere l’andamento dei lavori”.
Fin dalle prime dichiarazioni, è immediatamente emerso l’entusiasmo dell’amministrazione per questo ritrovamento che, con la sua vetustà, ha “prepotentemente” attirato su di sé l’attenzione di committenza, tecnici e addetti ai lavori. La storia del nostro territorio si è inaspettatamente presa il suo spazio, facendo – forse – storcere il naso a non pochi cittadini abatesi, preoccupati di non vedere ultimata, a breve, la promessa moderna piazza.
“Accozzaglia di pietre”, “fossili”, qualche ironico “scavi di Pompei” sono solo alcuni degli epiteti finora associati all’antico tratto di strada a cui, certamente, non mancheranno altri futuri “complimenti”, in quanto colpevole di aver prolungato un’attesa che per molti era già stata prevista come eterna.
Eppure “lei”, antica testimonianza della civiltà che ci ha preceduti, se ne è stata lì – sotto i nostri passi frettolosi – per numerosi anni, in attesa di poter svelare a tutti la storia che ogni singolo blocco, pietra e ciottolo ancora conserva: una storia che, siamo certi, la maggior parte della cittadinanza abatese non vede l’ora di “ascoltare”.
“Un ritrovamento di enorme rilevanza storica e archeologica non può essere tenuto nascosto nell’area di cantiere. I nostri sentimenti di emozione e di gioia intendiamo condividerli con i cittadini abatesi e non”, si legge ancora nel comunicato.
Un ritrovamento che rappresenterà, senza dubbio, un valore aggiunto per la futura immagine della piazza e che oggi già rappresenta una bellissima occasione (per chi di dovere) di confrontarsi con la preesistenza e progettare uno spazio urbano che sappia tenere insieme il nuovo con l’antico.
Se l’arte del costruire è la testimonianza dell’aspirazione dell’uomo a vincere il tempo, possiamo affermare con certezza che chiunque abbia lavorato a quel tratto di strada, ha vinto su tutta la linea: l’opera non solo ha sconfitto il tempo, ma ha anche avuto la fortuna di non essere nascosta come polvere sotto un tappeto di “modernità”.
A noi di Tutta n’ata storia non resta che rinnovarvi l’invito dell’amministrazione comunale a prendere parte a questa iniziativa “[…] Perché la piazza è un bene pubblico ed è giusto che tutti possano beneficiare di questa scoperta.” L’antica Nuceria-Stabiae, dunque, appartiene un po’ ad ognuno di noi… Perciò – dinanzi a un pezzo di storia che finalmente riaffiora – facciamoci promotori di cultura e non di polemica!
La più realista tra i sognatori, la più disfattista degli ottimisti. Una perfezionista, dicono in molti. Futuro architetto, innamorata dell’arte in ogni sua forma. Mi piace osservare, scovare il dettaglio sfuggito al primo sguardo. Camminare a testa alta, perché ho imparato che la prospettiva sa cambiare di continuo e – con gli occhi bassi – si perde tanta bellezza.
L’università mi ha trasformata in continua a leggere