L’asilo nel Museo: l’arte che educa alla bellezza
Nell’ex convento di San Pancrazio, a Firenze, il museo Marino Marini ospiterà una scuola materna: il primo asilo in Italia che educa alla bellezza, attraverso l’arte, in un luogo d’arte.
Nascerà, a Firenze, nell’ex convento di San Pancrazio e nell’annesso chiostro, proprietà del Museo Marino Marini, il primo asilo nel museo d’Italia: un luogo in cui arte e creatività rappresenteranno il fulcro dell’attività pedagogica. La scuola materna dovrebbe rappresentare una nuova opportunità per i piccoli fiorentini a partire dal Settembre 2019.
L’asilo, ispirato a modelli nordeuropei e destinato a bambini tra i 3 e i 5 anni, sarà progettato come uno spazio di gioco in cui gli alunni saranno seguiti da educatori formati su un approccio artistico alla pedagogia. Saranno affrontati – con metodologie ovviamente adatte alla fascia d’età – i temi dell’arte antica e contemporanea, si farà esperienza delle tecniche artistiche e delle relazioni tra l’arte e le altre scienze. In un ambiente ludico, ricco di stimoli tattili e visivi, i più piccoli conosceranno materiali, linguaggi ed espressioni dell’arte. Intanto, nelle stanze accanto, i visitatori continueranno ad ammirare le opere di Marini, esponente della scultura del ‘900 italiano.
Un progetto interessante e certamente singolare che potrebbe far storcere il naso a chi ritiene che una tale formazione possa essere fin troppo “pesante” per bambini così piccoli, che avranno tutto il tempo per relazionarsi all’arte, e alla sua storia, in futuro. Purtroppo, non sembra esattamente così.
Da ormai troppi anni, infatti, si ritiene – nella scuola dell’obbligo – che le materie artistiche non abbiano così tanta importanza per la formazione dei bambini prima e dei ragazzi poi. Così, fin da piccoli, si tende a stimolare maggiormente le attività legate alla logica e alla razionalità, a discapito della creatività e dell’intuizione.
L’arte è “snobbata” dagli studenti, e troppo spesso dalle istituzioni stesse. Basti pensare alle proposte politiche che, negli ultimi anni, hanno ridotto drasticamente le ore dedicate alla storia dell’arte, nei licei e soprattutto negli istituti tecnici. Non mancano mai – velate e non – proposte di abolizione della materia. Gli studenti, forse poco stimolati da insegnanti che vedono bistrattata la loro materia, relegano l’arte sul fondo della loro lista d’interessi. Stando ai dati del MiBAC, tra il 2016 e il 2017, solo lo 0,3% dei giovani ha usufruito del Bonus Cultura per visitare i musei.
E ancora, nel 2016, Save the Children riporta che almeno un minore su dieci non ha mai avuto contatti con un “luogo della cultura” e, per l’Istat, un italiano adulto su cinque diserta mostre e teatro.
Questo errato trattamento riservato all’arte e al suo insegnamento (fatte rare eccezioni) porta, non raramente, ad una povertà educativa e culturale. In un Paese che possiede un patrimonio storico-artistico tanto importante, non ci si può permettere di avere così tanta poca considerazione dell’arte e della sua storia.
Non è corretto, nelle scuole innanzitutto, far passare il messaggio che l’arte sia “meno importante rispetto a…”. Così, il museo Marini, partendo dalla prima infanzia, inverte la rotta con lo scopo dichiarato di “educare alla bellezza”.
Arte e cultura hanno un’importanza fondamentale nella crescita dell’individuo: influenzano positivamente lo sviluppo cognitivo ed emozionale, incoraggiano la creatività e aiutano a sviluppare la coordinazione e le capacità comunicative. Bisogna, perciò, trasmettere – fin da bambini – il ruolo formativo e sociale dell’arte, affinché da “adulti” si abbia rispetto della stessa e non si considerino i luoghi della cultura come noiosi e insignificanti mausolei.
L’insolito progetto formativo dell’asilo nel museo Marini appare immediatamente (per pregiudizio) riservato a pochi eletti, invece, il presidente Patrizia Asproni fa sapere che non è pensato per un ristretto gruppo di bambini, che le rette non saranno “da ricchi” e che “particolare attenzione sarà posta ai nuclei familiari che – per motivi diversi – hanno difficoltà a incontrare il sistema artistico e culturale della città“. L’inclusione sociale sarà, quindi, tra gli obiettivi di questo progetto che pare accoglierà anche i bambini provenienti da contesti periferici e/o svantaggiati.
Con il Museo Marino Marini, per la prima volta in Italia, i luoghi d’arte aprono le porte all’istruzione (strettamente intesa). Non resta che sperare che anche i luoghi dell’istruzione (e non solo quelli con indirizzo artistico), fin dai primi anni di scuola, tengano spalancate le loro porte all’arte – in ogni sua forma d’espressione – per avere meno sguardi bassi sugli schermi e più occhi curiosi a indagare e interrogare la bellezza che, nel nostro Bel Paese, ci circonda.
“È l’arte suprema dell’insegnante, risvegliare la gioia della creatività e della conoscenza”. ALBERT EINSTEIN
La più realista tra i sognatori, la più disfattista degli ottimisti. Una perfezionista, dicono in molti. Futuro architetto, innamorata dell’arte in ogni sua forma. Mi piace osservare, scovare il dettaglio sfuggito al primo sguardo. Camminare a testa alta, perché ho imparato che la prospettiva sa cambiare di continuo e – con gli occhi bassi – si perde tanta bellezza.
L’università mi ha trasformata in continua a leggere