“Tutta n’ata storia” lascia la sua sede: perché e cosa cambia
Tutta n’ata storia si prepara a lasciare la sede in via Roma 213 a Sant’Antonio Abate. Un cambiamento frutto di una decisione ragionata. Proviamo a spiegarvi perché.
Anno nuovo, vita nuova? È un anno nuovo per Tutta n’ata storia, ma ciò che caratterizza l’associazione e il suo lavoro non cambia. Qualcosa cambierà, questo sì. Ve lo abbiamo annunciato qualche settimana fa e ora vogliamo spiegarvi, nel dettaglio, di cosa si tratta.
L’anno che è andato via, il primo che ci ha visto in piena operatività, è stato ricchissimo: tanti progetti, molte attività, numerose riunioni. Quasi tutto ha visto come simbolico palcoscenico la nostra sede in via Roma 213 a Sant’Antonio Abate. Quelle quattro mura sono state un posto in cui sentirsi più sicuri, un’incubatrice dove far nascere pensieri e vederli diventare fatti, un’agorà di confronto sui temi più disparati, un luogo in cui semplicemente trascorrere del tempo per il piacere di farlo. Se quelle mura potessero parlare, racconterebbero pagine di Tutta n’ata storia che probabilmente nemmeno noi ricordiamo, perché troppo impegnati a scriverle. Mura che, però, erano un rifugio di fortuna, un nido momentaneo che ci è stato donato per iniziare la nostra attività associativa; e di questo non possiamo che esserne grati.
Quando abbiamo messo piede per la prima volta nella nostra sede, già sapevamo sarebbe stato a tempo determinato. E il tempo è finito; non perché ce lo abbia imposto qualcuno, ma perché – crediamo responsabilmente – lo abbiamo deciso noi.
Andiamo con ordine. Chi è passato per la nostra sede almeno una volta, ci ha sentito dire che eravamo lì gratis: abbiamo dovuto pensare solo alle spese minime per il mantenimento del locale; nessun affitto da pagare né altri costi di gestione. Ciò ci ha dato sicuramente una mano, da una parte, a concentrarci sulle nostre attività e, dall’altra, ad iniziare a capire come garantirci una sede “a lunga scadenza”.
Vanno, a questo punto, sottolineate altre due questioni. La prima è che il Comune di Sant’Antonio Abate al momento non dispone di locali vuoti da poter affidare, a titolo esclusivo, ad associazioni del territorio. La seconda è che noi soci fondatori abbiamo provato – come per la maggior parte dei progetti realizzati – ad autofinanziarci. Ma non è bastato. Così abbiamo deciso di lasciare il nostro rifugio di fortuna: secondo il nostro parere, non è giusto continuare a restare a spese altrui in un posto.
Cosa cambia, adesso? Niente paura! Resteremo gli stessi, continueremo a fare quello per cui ci avete conosciuti e – speriamo – apprezzati, solo non più nella sede dove ci avete solitamente visto fino ad ora. Questa decisione è per noi una presa di responsabilità: abbiamo chiaro che dobbiamo insistere ancor di più nella ricerca di fondi per garantirci una sede nostra, non per l’esigenza di un tetto sulla testa, ma per la necessità di avere un posto che sia punto di riferimento per chi ha bisogno di un riparo, di un’incubatrice o di un luogo dove trascorrere del tempo per il piacere di farlo.
Anche perché un tetto sulla testa non ci mancherà. A breve, ripristineremo le riunioni settimanali, momentaneamente sospese; il tempo di riorganizzarci e vi aggiorneremo anche a riguardo.
Un’ultima precisazione è doverosa. Vi abbiamo detto di aver provato a raccogliere fondi (anche) per la sede con l’autofinanziamento; ma durante i nostri eventi, ci avete sentito parlare pure di un salvadanaio, della vendita di birre ai soci e, in ultimo, del crowdfunding.
Poche settimane fa abbiamo aperto il nostro profilo su BuonaCausa.org per raccogliere donazioni. È un esperimento: non ci sono limiti né per la quantità da donare né per il tempo in cui farlo. Se volete, potete darci una mano. E chissà che, tra non molto, non leggerete un altro articolo che vi invita all’inaugurazione della nostra nuova sede.
Tutta n’ata storia non è un luogo. Tutta n’ata storia è l’essenza di un’ideale; lì dove si concretizza, è. Nel suo “Addio ai monti”, Manzoni scrive: “Chi dava a voi tanta giocondità è per tutto; e non turba mai la gioia de’ suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande”. Nel nostro “Arrivederci alla sede” vogliamo provarla a pensare, più o meno, allo stesso modo: quando qualcosa cambia, non è detto che non migliori.
E noi, che siamo Tutta n’ata storia, già lo abbiamo sperimentato; d’altronde, con o senza sede, “stamm’ ancora cca’!”.
“Devi cambiare d’animo, non di cielo”: la frase che mi ripeto più spesso quando mi viene voglia di scappare; ma restare mi piace di più. Credo nelle radici anche quando meriterebbero di essere estirpate.
Il mio primo amore è stato – ed è – il calcio. A 14 anni ho iniziato a seguire il Sant’Antonio Abate, prima da appassionata e poi da addetto stampa: Eccellenza, serie D, Eccellenza e continua a leggere