“Crypta manent”: mostra di artisti abatesi alla Congrega dell’Immacolata
Sul nostro portale è attivo il modulo “Segnalaci la tua tutta n’ata storia”, per inviare, appunto, un’idea o un progetto da proporci, o ancora una notizia o un comunicato interessante. Il pezzo sottostante è proprio un comunicato che ci è stato mandato e che abbiamo ritenuto di pubblicare perché riguarda un evento importante per Sant’Antonio Abate: “Crypta manent”, una mostra di opere realizzate da due artisti abatesi, che si terrà per quasi un mese alla Congrega dell’Immacolata.
Circa quaranta opere dei due artisti abatesi alla Cripta Congrega dell’Immacolata, a Sant’Antonio Abate dal 13 maggio al 10 giugno 2018. L’iniziativa dalla considerevole valenza culturale, porta la firma di Pasquale Lettieri, autorevole curatore d’arte che ha organizzato mostre e rassegne culturali di rilevanza nazionale ed internazionale ed è organizzata dalla Associazione Sud Vesevus Art.
La location dell’evento ha ispirato gli artisti, nonché il curatore della mostra, a intitolarla “Crypta manent”, una tensione estetica e concettuale in cui si condensa la condizione post moderna: un caleidoscopio, dove tutto riesce ad incastrarsi col tutto, costituendo un universo di segnali e di segni, che poi finiscono per avere un codice qualsiasi, che rivoluzioni, anche solo per un attimo, il nostro comune senso della percezione, oppure costituisce un nuovo modo di sentire, senza più ritorno, separando nettamente, un prima da un dopo, come documentano le opere esposte nella mostra di Sant’Antonio Abate, corredata da un elegante catalogo a colori. In occasione dell’inaugurazione, in programma per le ore 18.30 del 13 maggio 2018, interverranno, oltre al curatore e agli artisti, il Priore della Congrega dell’Immacolata Giulio Vernassi e il Presidente dell’Associazione Sud Vesevus Art.
“Tony Afeltra e Raffaele Amato – scrive Pasquale Lettieri nel prezioso catalogo che fa da pendant alla mostra – con questa doppia personale hanno creato uno spazio estremamente espressivo e suggestivo, una grande confusione di vivi e di morti, i quali rivelano i desideri più vergognosi, le prove più atroci: la guerra, l’amore, il delitto, l’ansia. Un ripostiglio metastorico che sprizza energia misteriosa, in esso i due artisti hanno materializzato i ricordi e le emozioni. Il tema della morte in un’epoca come la nostra in cui essa non si manifesta più in maniera sopita, ma schiantante, visto il tran tran della depressione che ora indulge alla bulimia, della ricchezza e dello sfarzo, ora si piega all’anoressia, della sottigliezza e della scomparsa, per cui è il contesto in cui la mostra si articola, più che la singola opera a fare linguaggio, a fare da discrimine, visto che le paratie non esistono più e i valori sono quelli che le aristocrazie del potere e del volere, definiscono come tali e gli altri finiscono con accoglierli, vista la forza di persuasione dei media e dei social network. La pittura fortemente espressionista di Afeltra e Amato ci dice che la morte esiste, come è sempre esistita, oggi si può parlare di più morti coesistenti, conflittuali e questo non può che sorprendere solo gli ingenui, che pensano dell’arte solo cose angeliche e poetiche. Il pubblico si troverà di fronte ad un palcoscenico esoterico, in una zona di confine tra la vita e la morte, in un limbo tra realtà e sogno. Quasi delle ombre che nel fugace transito tra il mondo terreno e l’aldilà non riescono a liberarsi del fardello delle proprie passioni terrene”.