L’atto finale di Tiangong-1
La Stazione spaziale cinese sta precipitando ed entrerà nell’atmosfera terrestre durante i prossimi giorni. Sono ancora molte le incognite ma gli esperti assicurano che non c’è nulla da temere…o quasi.
Il “Palazzo Celeste”, traduzione del termine cinese Tiangong–1, è destinato a precipitare. La navetta ha assunto un’orbita decadente che la porterà a bruciarsi durante il passaggio veloce nell’atmosfera. Esiste comunque il rischio che alcuni frammenti, scampati alla combustione, impattino sulla superficie terrestre. Luogo e tempo ancora non si conoscono con certezza ma gli ultimi aggiornamenti indicano che l’oggetto possa entrare nell’atmosfera tra il pomeriggio del 31 marzo e il mattino del 2 aprile (probabilmente l’1 aprile) e che i rottami possano cadere in un’area che comprende anche la nostra penisola, da Firenze a Lampedusa.
COS’È TIANGONG-1
Tiangong-1 è una stazione spaziale cinese, partita nel 2011 dalla Mongolia. È un laboratorio sperimentale, la cui funzione è testare le manovre di attracco in orbita dei veicoli spaziali. Misura 10,4 metri ed è costituita da due moduli (un modulo sperimentale e un modulo di gestione) e da due pannelli solari (3×7 metri). A serbatoi pieni, pesava 8 tonnellate. Per intenderci, è grande quanto uno scuolabus.
COS’È SUCCESSO
A marzo del 2016, la stazione ha smesso di funzionare correttamente: i controllori della missione hanno perso il controllo della navicella e non hanno più potuto azionarne i motori e controllarne l’orbita. Le manovre di mantenimento, infatti, garantiscono la rotta regolare e la quota operativa, compresa tra i 330 e i 390 chilometri sopra le nostre teste. Il progetto iniziale prevedeva un rientro controllato di Tiangong-1: un graduale rallentamento ne avrebbe provocato la discesa e la combustione sopra i cieli dell’Oceano Pacifico.
SIAMO AL SICURO?
La situazione risulta costantemente monitorata dall’Agenzia Spaziale e dall’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferico. L’oggetto viaggia ad una quota di 220 chilometri e sorvola l’Italia 4 volte al giorno. Di notte è visibile ed appare come un puntino luminoso che solca il cielo.
La Protezione civile ha diffuso, tramite il proprio sito internet, alcune indicazioni utili nel caso si verificasse la “pioggia di frammenti”: consiglia di posizionarsi ai piani inferiori degli edifici e di stare lontano dalle finestre. Suggerisce, inoltre, di evitare il contatto con i frammenti perché potrebbero contenere idrazina, una sostanza altamente tossica, e di allertare le autorità.
Anche se soltanto poche ore prima dell’impatto sarà possibile tracciare, in maniera più accurata, i limiti della zona interessata, esiste una probabilità del 18% che i frammenti cadano sull’Italia e solo 1 possibilità su 100 mila che si venga colpiti da uno di essi. Fino ad oggi, la fortuna ci ha assistito: non si sono mai verificati casi di persone ferite da “rottami spaziali”.
Fonte: ESA
Classe 1995 e svariati sogni nel cassetto. Diritto, politica e astronomia sono le mie passioni: razionale al punto giusto, nel tempo libero mi lascio affascinare dall’infinito. Passerei intere giornate a leggere classici perché in uno vi ho letto che “la bellezza salverà il mondo”. E ci credo follemente.