#25NOVEMBRE: DA SANT’ANTONIO ABATE LA LOTTA ALLA VIOLENZA DI GENERE
Ogni due giorni una donna viene uccisa dal suo compagno. Quello che oggi chiamano femminicidio è il più estremo dei tanti -troppi- esempi di come la discriminazione di genere si sia perpetuata attraverso i decenni, beffandosi dell’emancipazione femminile quanto delle leggi a tutela dell’uguaglianza per tutti.
Emblematici alcuni dati: ancora oggi una donna guadagna meno di un uomo a parità di impiego e ore lavorative. Ancora oggi un uomo ha più possibilità di essere assunto a parità di competenze. Ancora oggi servono le quote rosa, la festa delle donne e il 25 novembre. Sono tutte sconfitte, testimonianze di un problema culturale diffusissimo in una società che non sa comprendere né gestire le differenze. Ecco perché il Comune di Sant’Antonio Abate ha deciso di unirsi alla lotta contro la violenza di genere rivolgendosi ai più piccoli, in modo da formare nuove generazioni di adulti consapevoli rispetto al tema delle pari opportunità.
Si chiama “Educare per prevenire” il progetto messo in piedi dall’amministrazione comunale ed è solo la prima delle iniziative che l’assessore delegato Carmen Esposito ha in cantiere sull’argomento.
Si terrà il 27 novembre. Questo il programma:
Alle 8:30 avrà luogo un flashmob in Piazza Don Mosè Mascolo; parteciperanno i ragazzi delle scuole medie e del biennio del liceo ” E. Pascal”. A seguire, partirà un corteo per raggiungere il Centro Parrocchiale “Santa Maria Rosa Nova”, dove verrà proiettata la pellicola cinematografica del 2014 “Scusate se esisto”. Tema del film la violenza psicologica. Dopo la visione è previsto un dibattito.
Ma non c’è da aspettare il 27 perché Sant’Antonio Abate dia il suo contributo -seppur simbolico- alla giornata mondiale contro la violenza sulle donne: da ieri notte e per tutto il fine settimana una luce rossa, simbolo della violenza di genere, e una luce bianca, simbolo del lavoro che c’è ancora da fare affinché il femminicidio sia debellato definitivamente, resteranno costantemente accese in municipio. La struttura, in più, si è già tinta di rosso per ricordare le donne vittime di violenze.
Un incastro di contraddizioni croniche, a partire dal fatto che potrei scrivere di qualunque cosa ma che vado in crisi se si tratta di parlare di me. 30 anni, copywriter, giornalista e marketing manager. Laureata in lingue perché affascinata da tutto quello che non somiglia al posto in cui vivo. Sarà perché vivo in un paese piccolo, dove per i sogni a volte sembra non esserci spazio, allora ogni tanto vorrei infilarli in valigia e portarli con me all’estero. Viaggi brevi però, perché credo anche nelle radici, continua a leggere