QUANTO SE NE S.A.A. DI AIDS E PREVENZIONE? STORIA DI UN PROGETTO DAL FIOCCO ROSSO
Di Aids si parla troppo poco.
Lo pensavamo già e ci è stato confermato lo scorso Primo Dicembre: durante la giornata internazionale contro la diffusione dell’HIV, Sant’Antonio Abate è rimasta indifferente. Non un evento, una manifestazione, una campagna di sensibilizzazione o di informazione. Il silenzio assordante di quella data ci ha spaventato al punto che ci siamo sentiti in dovere di provare a fare un po’ di rumore noi, in nome degli obiettivi che abbiamo sempre dichiarato di voler perseguire.
LO SCATOLONE
Così, proprio a partire dal Primo Dicembre, abbiamo avviato un percorso per informare i più giovani sul rapporto tra prevenzione e malattie sessualmente trasmissibili. Il primo passo è stato uno scatolone. L’abbiamo lasciato a disposizione degli studenti del Liceo Scientifico e delle Scienze Umane “E. Pascal” (sezioni staccate con sede a S.A.A.) perché potessero inserire lì le loro domande sull’argomento in forma anonima. Noi avremmo provveduto –con l’aiuto di esperti in materia- a risolvere i loro dubbi. Inutile dirvi che ritrovare quello scatolone quasi vuoto a diverse settimane di distanza un po’ ci aveva demoralizzato; ci chiedevamo: “possibile che i ragazzi non abbiano domande?”. Alla fine ci siamo dati una risposta: oggi c’è internet, c’è la televisione, c’è la posta del cuore. I giovani credono di avere le risposte a portata di click e di conoscere tutto quello che c’è da conoscere.
L’INCHIESTA
In realtà no, i giovani non conoscono tutto quello che c’è da conoscere e anche se su internet è possibile trovare tutte (o quasi) le risposte, bisogna anche saperle cercare. Per intenderci: Youporn non conta. Da qui il secondo passo del nostro percorso: telecamera alla mano, siamo stati in giro per Sant’Antonio Abate e abbiamo posto ai giovani una serie di domande per capire quanto effettivamente sapessero di Aids, prevenzione e malattie sessualmente trasmissibili. Le stesse domande sono state sottoposte anche in un questionario online per un totale di 127 risposte. Come previsto, qualche lacuna è venuta fuori. Ora però, possiamo confessarvi una cosa: alcune di quelle risposte non le conoscevamo neanche noi. Non sapevamo che esistesse il preservativo femminile, non eravamo sicuri che il test per l’HIV fosse anonimo e gratuito e avevamo un bel po’ di dubbi anche sul resto. Ma non conoscere non è una colpa. L’errore sta –piuttosto- nel non ammetterlo e non cercare di informarsi. Per la propria salute e per quella delle persone che amiamo.
LA CONFERENZA
Il terzo passo del nostro percorso ci ha portati in Biblioteca Comunale, ieri mattina, per il primo di quella che speriamo diventerà una lunga serie di eventi in cui esprimere appieno la natura di “Tutta n’ata storia”: il giornalismo che si mette al servizio del sociale. Perché a noi non interessava limitarci a documentare, non volevamo solo evidenziare che nelle piccole realtà tutto sembra troppo lontano e vige la regola del “tanto a me non succede”; volevamo, piuttosto, fornire ai più giovani gli strumenti perché potessero rendersi conto che “succede”, che l’HIV non fa discriminazioni, che coinvolge gli etero quanto gli omosessuali, che colpisce i giovanissimi e anche gli anziani; ma che trova terra fertile solo nei corpi di chi sceglie di non informarsi e non proteggersi. Così ieri abbiamo tenuto una conferenza in cui abbiamo mostrato agli studenti delle classi quarte e quinte del liceo abatese alcuni stralci della nostra video-inchiesta per poi approfondire il tema. Il tutto col patrocinio e la collaborazione del Comune di Sant’Antonio Abate, rappresentato dall’assessore alla cultura Anna Iolanda D’Antuono. Per l’occasione hanno presenziato la ginecologa Antonella Tartaglione, l’urologo Salvatore Cascone, la sessuologa Carmen Iovine e l’attivista Giovanni Cavallaro. I loro interventi sono stati fondamentali per fornire ai giovani ascoltatori brevi pillole sull’argomento. Speriamo che qualcosa gli sia rimasto e possa tornargli utile per vivere la propria sessualità con la stessa libertà di sempre ma con la maggiore responsabilità possibile. Ci tenevamo, inoltre, a far passare un altro messaggio: oggi una persona sieropositiva può condurre una vita lunga, felice e normale. E chi le sta accanto non ha assolutamente nulla da temere.
E ORA?
Voi ci siete mai stati ad una conferenza?
Succede sempre che qualcuno arrivi in ritardo e che qualcun altro debba andare via presto; non manca mai l’imprevisto e bisogna ogni volta, inevitabilmente, fare i conti almeno con un problema tecnico. Poi c’è il clima: serioso, formale, di quelli che spesso mettono in soggezione il pubblico e non permettono lo scambio di battute e pensieri. Siccome a tutti questi inconvenienti non siamo stati immuni neanche noi, proviamo ad approfondire ulteriormente la tematica venerdì in un ambiente molto più conviviale: vi aspettiamo alle 20:30 presso la sede della nostra associazione, in via Roma 213, per un aperitivo durante il quale, se ne avrete voglia, potrete scambiare due chiacchiere col chimico farmaceutico dott. Graziano Sorvillo. Durante la serata verranno distribuiti preservativi offerti dall’azienda Control Italia grazie ad una partnership stretta con la nostra associazione. In più, allestiremo un vero e proprio cinema dove proietteremo in loop la nostra video-inchiesta in versione integrale. Vi aspettiamo!
Un incastro di contraddizioni croniche, a partire dal fatto che potrei scrivere di qualunque cosa ma che vado in crisi se si tratta di parlare di me. 30 anni, copywriter, giornalista e marketing manager. Laureata in lingue perché affascinata da tutto quello che non somiglia al posto in cui vivo. Sarà perché vivo in un paese piccolo, dove per i sogni a volte sembra non esserci spazio, allora ogni tanto vorrei infilarli in valigia e portarli con me all’estero. Viaggi brevi però, perché credo anche nelle radici, continua a leggere