Dantedì: 8 cose che (forse) non sapevate di Dante Alighieri
8. QUELLO DI DANTE È DAVVERO IL “CAMMIN DI NOSTRA VITA”
Desideriamo concludere questo elenco di curiosità, aneddoti e se vogliamo anche spunti di riflessione su Dante proprio con un’osservazione. Vi siete mai chiesti perché Dante comincia la Commedia scrivendo: “Nel mezzo del cammin di nostra vita”? Perché usa proprio l’aggettivo “nostra” se ad affrontare questo percorso, almeno nelle terzine iniziali, è da solo?
In genere, le parafrasi e le analisi delle letterature si concentrano sul “fattore autobiografico”: il poeta ci sta dicendo che quando sta scrivendo ha una trentina di anni, l’età che secondo il tempo indicava la metà degli anni totali della media della vita.
Notazione giustissima e per niente opinabile. Ma altrettanto giusta e non opinabile è un’altra notazione, fatta da Aldo Cazzullo nel suo libro “A riveder le stelle”, una sorta di Divina Commedia romanzata che ha ispirato alcuni dei nostri punti di questo articolo (e che vi consigliamo di leggere).
Dante usa “nostra” perché sta parlando anche di noi: la storia della sua Italia è la storia della nostra Italia; la sua storia personale è anche la storia di ciascuno di noi. “Sentiamo Dante talmente vicino che non lo chiamiamo per cognome… Ma anzi per diminutivo”, scrive Cazzullo ricordando che in realtà il nome del Sommo è Durante. Sentiamo Dante talmente vicino che quando diciamo “Commedia” pensiamo subito alla Divina, aggiungiamo noi. Dovremmo sentir Dante talmente vicino da estrapolarlo da quel contesto puramente letterario e riportarlo nella realtà a noi contemporanea. Considerarlo sempre insieme poeta, profeta e anticipatore dei tempi, senza dimenticarne gli aspetti più umani. E raccontarlo così, in questo e negli altri Dantedì.
FONTI: “Commedia” – G. Inglese, Carocci Editore; “A riveder le stelle” – A. Cazzullo; everyeye.it; analisidellopera.it
“Devi cambiare d’animo, non di cielo”: la frase che mi ripeto più spesso quando mi viene voglia di scappare; ma restare mi piace di più. Credo nelle radici anche quando meriterebbero di essere estirpate.
Il mio primo amore è stato – ed è – il calcio. A 14 anni ho iniziato a seguire il Sant’Antonio Abate, prima da appassionata e poi da addetto stampa: Eccellenza, serie D, Eccellenza e continua a leggere