Dantedì: 8 cose che (forse) non sapevate di Dante Alighieri
Sapevate che Petrarca non ha mai avuto tra i suoi libri la Divina Commedia? E che Dante mangiava uova col sale a colazione? E che il Sommo ha ossessionato uno scultore e ha avuto un battibecco con Caparezza? Sono in tutto otto le cose che forse non sapevate di Dante e che oggi, nella giornata nazionale a lui dedicata, vogliamo raccontarvi.
Oggi 25 marzo si celebra il Dantedì, giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri e che quest’anno coincide con il settecentesimo anniversario della morte del Sommo Poeta. Tante le iniziative organizzate, consultabili sul sito del Ministero della Cultura. Ma noi oggi vogliamo parlarvi proprio di Dante. Studiato da tutti a scuola e poco amato da molti, l’autore della Divina Commedia (e non solo!) potrebbe riservare aneddoti, curiosità e lati di sé poco conosciuti che potrebbero farvi rivalutare la sua figura, troppo spesso legata esclusivamente all’ambito scolastico, estirpata dalla realtà.
Allora, abbiamo trovato per voi otto cose che (forse) non sapevate di Dante: cercheremo di presentarvelo come persona prima ancora che come personaggio letterario. Speriamo di riuscirci e che sia un buon Dantedì!
1. LE SUE OSSA SONO SPARITE PER OLTRE 300 ANNI
Della diatriba Ravenna-Firenze per le spoglie di Dante Alighieri e del fatto che siano nella Basilica di San Francesco in Emilia-Romagna si hanno ampie notizie. Ma sapevate che nella Basilica di Santa Croce a Firenze è stata costruita per lui una tomba nel 1829, rimasta però sempre vuota? E, soprattutto, sapevate che la salma del Sommo a Firenze stava davvero per essere trasferita? Nel 1519 papa Leone X ordinò appunto il ritorno alla terra natia e Ravenna, da città papale, non poteva di certo opporsi! Ma, una volta giunto in Toscana, il sarcofago risultò vuoto; nessuno sapeva spiegarsi il perché. Solo nel 1865 in una piccola cappella in provincia di Ravenna fu trovata una cassettina di legno con l’iscrizione “Dantis ossa…”. Molto probabilmente i frati, per disobbedire all’ordine di Leone X senza correre rischi, nascosero i resti. E li nascosero davvero bene, visto che sono stati ritrovati circa trecento anni dopo!
“Devi cambiare d’animo, non di cielo”: la frase che mi ripeto più spesso quando mi viene voglia di scappare; ma restare mi piace di più. Credo nelle radici anche quando meriterebbero di essere estirpate.
Il mio primo amore è stato – ed è – il calcio. A 14 anni ho iniziato a seguire il Sant’Antonio Abate, prima da appassionata e poi da addetto stampa: Eccellenza, serie D, Eccellenza e continua a leggere