Quando lo sport incontra la storia: cos’è successo e cosa succederà?

(AP Photo/File)

SMITH, CARLOS E NORMAN: MOLTO DI PIÙ DI UN PUGNO PER LA STORIA
Bartali è una delle prove che lo sport non è solo un gioco: è uno strumento. E qualcuno lo ha usato anche per protestare.
È famosissima la foto di Tom Smith e John Carlos alle Olimpiadi di Città del Messico del 1968: i due velocisti statunitensi sul podio mostrano il pugno alzato, coperto di un guanto nero, a supporto della battaglia per i diritti civili degli afroamericani che in quegli anni divampa più che negli altri.
Ma sono meno famosi altri dettagli dell’iconico gesto. Oltre ai guanti, i due sono senza scarpe, a rappresentare la povertà degli afroamericani. Smith, inoltre, ha una sciarpa nera e Carlos ha una collana di perle, simbolo delle pietre usate nei linciaggi. Anche l’altro atleta sul podio, l’australiano Norman, si unisce alla protesta, esponendo sulla sua divisa la spilla dell’Olympic Project for Human Rights, un’organizzazione anti-segregazionista.
Per tutti ci sono state conseguenze sia personali (con minacce e insulti al loro ritorno in patria), che sportive (il Comitato Olimpico Internazionale decretò la sospensione di Smith e Carlos dalla squadra americana, mentre Norman venne escluso dalle successive Olimpiadi). Ma quel gesto è rimasto nella storia.

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Feliciana Mascolo

“Devi cambiare d’animo, non di cielo”: la frase che mi ripeto più spesso quando mi viene voglia di scappare; ma restare mi piace di più. Credo nelle radici anche quando meriterebbero di essere estirpate. Il mio primo amore è stato – ed è – il calcio. A 14 anni ho iniziato a seguire il Sant’Antonio Abate, prima da appassionata e poi da addetto stampa: Eccellenza, serie D, Eccellenza e continua a leggere