Quando lo sport incontra la storia: cos’è successo e cosa succederà?
BARTALI DUE VOLTE NELLA STORIA (E NON PER IL CICLISMO)
A vincere la prima edizione del “Giro d’Italia di guerra” è Gino Bartali, ciclista tanto famoso per le sue gesta su strada da non essere ignoto nemmeno ai più giovani. Ma, forse, non tutti conoscono due importanti imprese che Bartali ha compiuto sulla sua bici, sfidando la storia.
Dopo aver vinto il “Giro” del 1942, in uno di quei momentanei stop, il campione risponde all’invito del vescovo fiorentino Elia Dalla Costa: monta in sella alla sua due ruote per portare documenti falsi agli ebrei (nascondendoli nel tubolare del mezzo) e tentare così di strapparli ai lager nazisti.
Ma non è tutto: qualche anno dopo, Bartali salva l’Italia dalla guerra civile. Il 14 luglio 1948 Palmiro Togliatti viene colpito da tre spari all’uscita da Montecitorio. Mentre il segretario del Partito Comunista è in ospedale in condizioni critiche, nelle piazze scoppia la rivolta. In tarda serata, Alcide De Gasperi, allora Presidente del Consiglio, chiama Bartali: gli chiede di tentare l’impresa nella nuova tappa del “Tour de France” – in cui, tra l’altro, il ciclista non stava andando benissimo – per attirare su di sé l’attenzione della popolazione. Indovinate? Sì, Bartali il giorno dopo vince quella tappa e poi l’intero “Tour”, Togliatti si riprende e l’Italia dimentica – almeno per un po’ – la rivolta.
“Devi cambiare d’animo, non di cielo”: la frase che mi ripeto più spesso quando mi viene voglia di scappare; ma restare mi piace di più. Credo nelle radici anche quando meriterebbero di essere estirpate.
Il mio primo amore è stato – ed è – il calcio. A 14 anni ho iniziato a seguire il Sant’Antonio Abate, prima da appassionata e poi da addetto stampa: Eccellenza, serie D, Eccellenza e continua a leggere