Quando lo sport incontra la storia: cos’è successo e cosa succederà?
Tra le tante attività che il coronavirus ha bloccato ci sono anche quelle sportive che (in parte) ora si preparano a ripartire. Ma la pandemia non è l’unico evento storico con cui lo sport ha dovuto fare i conti nel corso del tempo…
“Papà, che cos’è la storia? […] Del libro che si leggerà, vorrei poter dire che è la mia risposta”.
Nella sua “Apologia della storia” Marc Bloch esprimeva in maniera affascinante un concetto che è tanto banale da essere dato per scontato: la storia siamo noi. E forse non ce ne siamo mai accorti davvero come negli ultimi mesi. Una pandemia sta mettendo in ginocchio mezzo mondo e noi siamo dall’altra parte del libro, a vivere quello che le generazioni future studieranno. Forse non una fortuna, ma sicuramente qualcosa di unico.
Come è unico che a fermarsi in questa pandemia sia stato anche lo sport. Ma, dopo mesi di obbligato stop, si riparte. O meglio, in Italia riparte quel che resta.
Hanno, infatti, già annullato i propri campionati: pallacanestro, pallavolo, nuoto e affini, football americano, rugby, tennis, calcio dilettantistico e ciclismo (col Giro d’Italia da riprogrammare). Resta in forse la MotoGP, con eventuale start previsto per il 19 luglio. Ai nastri di partenza, invece: baseball (13 giugno), Formula 1 (5 luglio) e serie A di calcio, che riprenderà dopo tante discussioni il 20 giugno con 124 partite in 43 giorni (e ancora prima la Coppa Italia, il 12 giugno).
Ma, tornando al principio, cosa c’entra la storia? Se la storia siamo noi, anche lo sport è storia… E qualche volta la fa! Ecco perché abbiamo deciso di raccontarvi alcuni momenti in cui sport e storia si sono incontrati, per scoprire cosa è successo e provare ad immaginare dopo la pandemia cosa succederà.
“Devi cambiare d’animo, non di cielo”: la frase che mi ripeto più spesso quando mi viene voglia di scappare; ma restare mi piace di più. Credo nelle radici anche quando meriterebbero di essere estirpate.
Il mio primo amore è stato – ed è – il calcio. A 14 anni ho iniziato a seguire il Sant’Antonio Abate, prima da appassionata e poi da addetto stampa: Eccellenza, serie D, Eccellenza e continua a leggere