Tra religione, società e contemporaneità: l’intervista a mons. Alfano

Parlando di rispetto possiamo accentuare una caratteristica che rispecchia la società odierna. Questa è contraddistinta infatti da molte forme d’odio, andando dal razzismo all’omofobia. Cosa commenta a riguardo?
Prendo spunto da quello che mi hanno detto i ragazzi stamattina e posso confermare che l’altro è sempre diverso da me. Non si deve però avere paura del diverso, ma bisogna imparare a conoscerlo, accoglierlo e camminare al suo fianco.  Se c’è qualche problema nell’altro, questo va affrontato, e non bisogna dimenticare che tutti noi potremmo rappresentare il diverso agli occhi delle altre persone.  La paura del diverso è un regredire e non un progredire della civiltà. Possiamo affermare quindi che l’umanità sarà in grado di garantirsi un futuro solo quando si affronteranno insieme i problemi.

Molto odio viene riversato in questi giorni anche sulle persone orientali, dato il caso del coronavirus partito proprio dalla Cina. Lei come giudica questa situazione?
Ci si deve rendere conto che non è una comunità di persone il problema, ma che al giorno d’oggi stiamo affrontando una vera e propria epidemia che va analizzata sotto ogni punto di vista. In questo caso molte persone soffrono: chi per la paura di essere contagiato, chi, invece, lotta contro questo virus. Il rimedio è unirsi insieme per guardare in faccia il problema, riconoscendo di avere una base umanitaria molto forte. Se uniti l’uno con l’altro, tutti noi siamo uomini e donne in grado di portare a termine una missione di fraternità: una società più unita.

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