Il cantautore Capo di Buona Speranza: “Il mio viaggio tra la musica, dal premio De André al futuro”

Se dovessimo analizzare un altro rapporto, invece, quello tra te e la tua musica e il tuo paese, cosa ci potresti dire? Sant’Antonio Abate – per il premio De André e non solo – ti ha supportato, ostacolato o ti è stata indifferente?
Penso che in realtà di provincia come la nostra ci sia una concezione della musica priva della sua totalità: la si vede come un intrattenimento, un accompagnamento, uno spettacolo. Ma la musica è anche una forma d’arte che tenta di comunicare qualcosa che, per essere compreso, ha bisogno di saper essere ascoltato.
Mancano posti che, appunto, educhino all’ascolto, E, d’altra parte, mancano spazi in cui persone, più o meno sconosciute, possano farsi ascoltare; l’impegno di un musicista rischia di non bastare.
Sant’Antonio Abate è casa mia e, a maggior ragione, non devo e non dobbiamo nasconderci dietro al “qui non c’è nulla”. Con il mio progetto musicale e con il lavoro della mia associazione, spero di riuscire a comunicare queste esigenze e, in parte, a proporre stimoli per realizzarle.

A proposito dell’associazione e del lavoro che svolgete sul territorio, tra gli eventi organizzati c’è anche la rassegna musicale “Se io avessi previsto tutto questo”, alla quale anche noi di Tutta n’ata storia abbiamo collaborato. È un caso che il primo cantautore protagonista sia stato proprio De André o, in fondo, c’è un legame particolare tra Pietro/Capo di Buona Speranza e Faber?
De André per me è sempre stato un punto di riferimento, una fonte di ispirazione. Poi, sì, è stato il primo cantautore della rassegna, io mi sono esibito per la prima volta al “suo” premio… Diciamo che il destino si è divertito e mi ha regalato bellissime emozioni!

Dopo la sorprendente finale del Premio De André, quando rivedremo Capo di Buona Speranza?
Con il resto del team, stiamo lavorando per pubblicare una raccolta di miei inediti. Ma posso anticiparvi che, più o meno a breve, uscirà un mio singolo. Non è tra i pezzi presentati al Premio; anzi, per idea e genere ne è molto distante. In questo modo, potrete ascoltare ancora un altro lato di Capo di Buona Speranza. Poi, rivedremo la canzone finalista (“Questa idea di libertà”) per darle una nuova e definitiva veste. Speriamo di potervi far ascoltare tutto il prima possibile!

Nell’attesa, potete ascoltare “Mediterraneo” e “Quest’idea di libertà” nella registrazione per le semifinali del Premio De André. Chiudete gli occhi e lasciatevi rapire: trovate il vostro Capo di Buona Speranza.

 


A cura di Feliciana Mascolo e Mariasofia Mucci