TREEDOM: ADOTTA IL TUO ALBERO A DISTANZA
Volete ridurre le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera? Certamente potete scegliere di usare i mezzi pubblici, andare in bicicletta, o mangiare poca carne, ma avete mai pensato di piantare un albero?
Vi ricordate quando da bambini a scuola avete studiato la fotosintesi clorofilliana? Quel processo complicato per cui le piante, grazie alla luce solare, assorbono l’anidride carbonica dall’atmosfera circostante per trasformarla in sostanze di altro tipo.
Se guardassimo il mondo di oggi con gli occhi dei bambini che studiavano la fotosintesi, di sicuro non lo capiremmo. Ad esempio, non capiremmo le fiamme che hanno invaso la foresta amazzonica la scorsa estate, radendo al suolo diversi ettari di quello che è il polmone verde del nostro pianeta per eccellenza. Come vi avevamo spiegato in un nostro articolo di quei giorni, la natura dolosa degli incendi è certa, che lo scopo fosse il profitto anche.
La questione dei boschi che bruciano, degli alberi che vengono abbattuti per fare spazio a qualcosa di più redditizio ci tocca molto da vicino. Sia perché spesso a trarne profitto sono proprio i paesi più sviluppati, sia perché questo va sommato al fatto che lo stile di vita condotto dall’uomo moderno comporta elevate emissioni di CO2.
Al momento la situazione è questa: produciamo tanta anidride carbonica ed eliminiamo gli alberi che dovrebbero riassorbirla. Così facendo dove andremo a finire?
Se purtroppo non possiamo evitare che qualcuno appicchi incendi, allora abbiamo una sola opzione: piantare alberi.
Anche noi possiamo fare qualcosa, ed esistono ormai talmente tanti modi che chi dice di non sapere come contribuire sta sicuramente inventando una scusa.
Il modo più semplice, efficace e perfino divertente è offerto da Treedom. Avete presente l’adozione a distanza? Da oggi si può fare anche con gli alberi, partendo addirittura dal momento del “concepimento”. Tramite questo sito, infatti, è possibile scegliere di piantare un albero in parti del mondo geograficamente lontane. Tra i tipi di piante che si possono scegliere ci sono il cacao, il banano, il pero d’acqua e diversi altri, dopodichè, nel rispetto della biodiversità dei territori, a seconda della specie viene selezionato il Paese più adatto tra Nepal, Kenya, Haiti, Camerun e anche Italia.
Effettuando una donazione (variabile dai 15 ai 25 euro) si finanzia un contadino del posto che si occuperà della piantumazione e della manutenzione della pianta, allo stesso tempo Treedom si impegnerà a fornirgli le conoscenze necessarie alla coltivazione. L’albero comunque è di proprietà del contadino, e il finanziamento serve in particolare a supportarne il lavoro nei primi anni, quando l’albero non è ancora produttivo. La geolocalizzazione tramite GPS, inoltre, consente a chi ha “adottato” l’albero di monitorarne la crescita e controllare la CO2 assorbita giorno dopo giorno.
L’obiettivo del progetto è quello di sostenere i contadini nella speranza che negli anni possano sviluppare delle microimprese sul territorio, in modo da creare occupazione a livello locale, facendo allo stesso tempo del bene al pianeta, grazie all’assorbimento della CO2.
Il sito, inoltre, offre anche l’opzione “regala un albero” qualora si voglia pensare a un omaggio green.
E tu cosa aspetti ad adottare la tua pianta? Immagina un mondo in cui per ogni persona che incendia un albero, ce ne sia una che ne pianta un altro. E immagina se poi i secondi diventassero più dei primi. Non pensi ne valga la pena?
Come si fa a descrivere se stessi? Non lo so, ma so quello che gli altri dicono di me.
Qualcuno dice che io sia ostinata e rompiscatole. Tutti dicono che io sia coraggiosa, e uno dei motivi è perché studio Fisica. Sì, è vero, è stata la scelta più folle della mia vita ma, quando l’ho fatta, sapevo che mi sarebbe piaciuto studiare come riassumere l’Universo in leggi concise e ben ordinate.
Ciò che non sapevo è che avrei avuto l’opportunità di lavorare in contesti interazionali, stravolgendo totalmente il mio punto di vista su molte cose, e che interagire con persone di culture diverse mi avrebbe messo ogni volta di buon umore, specie se a tavola o davanti a una birra; non sapevo nemmeno che avrei imparato a vivere lontano da casa, sperimentando innumerevoli partenze e ritorni, ed i maledetti sentimenti contrastanti che ne derivano.
Oltre ciò che dice la gente, qualcosa ho imparato a capirla anch’io di me.
Mi piace osservare le persone per capire cosa c’è oltre la superficie. Non mi piacciono le persone banali, preferisco quelle che sembrano tali, ma poi nascondono dietro un mondo. Non mi piacciono gli anticonformisti a tutti i costi. Mi piace chi ascolta prima di parlare.
Mi piace l’ordine e l’armonia, ecco perché la danza è una mia grande passione: mi basta vedere un ballerino fare due pirouette o un grand jetè e sono felice.
Credo nel valore del cibo: tra cucinare e mangiare in compagnia non saprei scegliere cosa mi fa stare meglio. Mi diletto a preparare ricette sempre nuove, adoro alcuni piatti orientali, ma non rinuncerei mai ai sapori della mia terra.
Mi incuriosisce esplorare nuovi luoghi, ognuno con le sue tradizioni, ma fino ad ora niente è mai riuscito ad acquietarmi come il mare di Napoli col Vesuvio sullo sfondo. Per me dire Napoli è dire Massimo Troisi perché “Con lui ho capito tutta la bellezza di Napoli, la gente, il suo destino, e non m’ha mai parlato della pizza, e non m’ha mai suonato il mandolino”.
A proposito di casa e di ciò che mi piace, credo nel potere dell’aggregazione e dell’attivismo giovanile e, fortuna ha voluto che incontrassi persone con visioni a tratti uguali e a tratti opposte, ma che si combinano perfettamente, e trovano modo di esprimersi in quella che è Tutta n’ata storia. Personalmente, mi occupo della rubrica scientifica di questo sito, che mette sempre a dura prova la mia capacità di spiegare concetti complicati in parole semplici. Il titolo della sezione è “Dove andremo a finire?” e la risposta è in ogni articolo in cui si parla di futuro, sostenibilità ambientale, progresso scientifico e tanti altri fatti.