ELEZIONI ABATESI: intervista al candidato Carmine D’Aniello
Cos’è per lei la politica e quanto è importante che i giovani la vivano, elezioni a parte?
Secondo me la politica è un dovere, ma anche un’opportunità che i giovani devono cogliere, perché gli dà modo di sedersi al tavolo con persone che altrimenti non incontrerebbero mai: imprenditori, professionisti, insegnanti…; è sicuramente una palestra di vita, che bisogna saper usare, senza subirla. La bravura sta nel saper gestire i rapporti, che è diverso dal prendere i voti. La politica passa per le elezioni, ma poi sono le idee che la portano avanti.
Un’accusa che si muove, in generale, alle amministrazioni è quella di realizzare progetti salienti del proprio programma elettorale solo in prossimità delle nuove elezioni; quali sono i punti programmatici che intenderà realizzare sin da subito, in caso di vittoria?
Innanzitutto l’istituzione dell’ufficio del lavoro e l’ufficio per i rapporti con il pubblico. Poi la messa in funzione del PUC, con avviamento dei lavori per la zona industriale, che potrebbe diventare un interporto per tutta la penisola sorrentina. E poi mi impegnerò per la creazione di un brand che abbracci una parte dei Monti Lattari per creare posti di lavoro: cominceremo dandoci un nome, ad esempio “Costiera degli aranci”, essendo la nostra zona ricca di aranceti; valorizzeremo il territorio dal punto di vista enogastronomico e faremo in modo che aumentino le strutture ricettive, così da attirare i turisti.
Se vuole, ci spiega un punto del suo programma, non toccato nelle domande precedenti, a cui lei ha dato particolare importanza?
Vi parlo del parco fluviale, un’idea che si inserisce in un discorso ambientalista. Gli oltre 4 km di spazio che costeggiano il fiume Marna diventeranno un polmone verde, ma la novità è che le persone del posto dovranno fare da sentinelle che si prendano cura del luogo. Dobbiamo dargli motivo di essere orgogliosi del parco che realizzeremo. Collegata a questa idea, c’è quella di creare una serie di aziende attorno alla zona che producano alimenti in un certo modo, rispettando determinate direttive ambientali, così da incentivare l’economia locale. Mi piacerebbe che Sant’Antonio Abate si riconoscesse e venisse riconosciuta altrove per qualcosa di tipico, di veramente caratteristico: in caso di vittoria, mi impegnerò anche affinché avvenga ciò.
Per consultare il programma completo del candidato Carmine D’Aniello, clicca qui.
Come si fa a descrivere se stessi? Non lo so, ma so quello che gli altri dicono di me.
Qualcuno dice che io sia ostinata e rompiscatole. Tutti dicono che io sia coraggiosa, e uno dei motivi è perché studio Fisica. Sì, è vero, è stata la scelta più folle della mia vita ma, quando l’ho fatta, sapevo che mi sarebbe piaciuto studiare come riassumere l’Universo in leggi concise e ben ordinate.
Ciò che non sapevo è che avrei avuto l’opportunità di lavorare in contesti interazionali, stravolgendo totalmente il mio punto di vista su molte cose, e che interagire con persone di culture diverse mi avrebbe messo ogni volta di buon umore, specie se a tavola o davanti a una birra; non sapevo nemmeno che avrei imparato a vivere lontano da casa, sperimentando innumerevoli partenze e ritorni, ed i maledetti sentimenti contrastanti che ne derivano.
Oltre ciò che dice la gente, qualcosa ho imparato a capirla anch’io di me.
Mi piace osservare le persone per capire cosa c’è oltre la superficie. Non mi piacciono le persone banali, preferisco quelle che sembrano tali, ma poi nascondono dietro un mondo. Non mi piacciono gli anticonformisti a tutti i costi. Mi piace chi ascolta prima di parlare.
Mi piace l’ordine e l’armonia, ecco perché la danza è una mia grande passione: mi basta vedere un ballerino fare due pirouette o un grand jetè e sono felice.
Credo nel valore del cibo: tra cucinare e mangiare in compagnia non saprei scegliere cosa mi fa stare meglio. Mi diletto a preparare ricette sempre nuove, adoro alcuni piatti orientali, ma non rinuncerei mai ai sapori della mia terra.
Mi incuriosisce esplorare nuovi luoghi, ognuno con le sue tradizioni, ma fino ad ora niente è mai riuscito ad acquietarmi come il mare di Napoli col Vesuvio sullo sfondo. Per me dire Napoli è dire Massimo Troisi perché “Con lui ho capito tutta la bellezza di Napoli, la gente, il suo destino, e non m’ha mai parlato della pizza, e non m’ha mai suonato il mandolino”.
A proposito di casa e di ciò che mi piace, credo nel potere dell’aggregazione e dell’attivismo giovanile e, fortuna ha voluto che incontrassi persone con visioni a tratti uguali e a tratti opposte, ma che si combinano perfettamente, e trovano modo di esprimersi in quella che è Tutta n’ata storia. Personalmente, mi occupo della rubrica scientifica di questo sito, che mette sempre a dura prova la mia capacità di spiegare concetti complicati in parole semplici. Il titolo della sezione è “Dove andremo a finire?” e la risposta è in ogni articolo in cui si parla di futuro, sostenibilità ambientale, progresso scientifico e tanti altri fatti.