#NAPOLIJUVEÈTUTTANATASTORIA: intervista al Club Napoli Sant’Antonio Abate
In occasione di Napoli-Juve, abbiamo deciso di andare a far visita al Club Napoli Sant’Antonio Abate e al Gruppo Tifosi Juventini Abatesi. Tanti i temi trattati, ma due gli obiettivi finali: conoscere meglio le realtà e invitarle a farsi promotrici di un messaggio contro la violenza che spesso si registra fuori e dentro gli stadi, in merito all’iniziativa #NAPOLIJUVEÈTUTTANATASTORIA. Di seguito, la prima parte dell’intervista al Club Napoli Sant’Antonio Abate.
Poche ore a Napoli-Juve. Che clima si respira? È ancora la partita delle partite o la distanza punti l’ha resa meno entusiasmante? Siamo andati a chiederlo a Raffaele Sorrentino, presidente del Club Napoli Sant’Antonio Abate, che ha parlato in rappresentanza dei circa cinquanta soci attualmente tesserati.
Una chiacchierata su temi di attualità, sul Napoli, sulla sfida con la Juve e sui rapporti con il gruppo di tifo bianconero presente sul territorio (che abbiamo intervistato qui). Curiosità e riflessioni, risate ed emozioni, e un bel messaggio finale. Vediamo come Napoli-Juve, tra le mura del Club azzurro, è diventata l’occasione per raccontare #tuttanatastoria: leggiamone una prima parte.
Partiamo subito da un argomento di forte attualità: il razzismo negli stadi. Se il Club Napoli potesse proporre una soluzione al problema, quale sarebbe?
Sono orgoglioso rappresentante e presidente del Club, ma in questo caso porto una mia opinione: io opterei per sospensione della partita e vittoria a tavolino per la squadra denigrata. Non è detto che non capiti anche a sfavore del Napoli, e sarebbe giusto agire con lo stesso procedimento. Ma è inutile negarlo: i napoletani sono sempre i più colpiti. “Vesuvio lavali col fuoco”? Ormai non mi tocca nemmeno più, la cantano ovunque: è becera e stupida moda. Ho visto e sentito di peggio, come quando allo Juventus Stadium, qualche anno fa, ci accolsero con i sacchetti dell’immondizia (che ci furono anche lanciati contro), le mascherine e uno striscione che recitava: ‘Bruciate e morite vivi’. Al termine della stessa partita, da loro vinta, i bianconeri cantarono “O’ surdat ‘nammurat”. Che affronto, piansi di rabbia. Quella è stata la mia prima e ultima partita a Torino: non andrò più, anche se dovesse esserci l’opportunità; sono episodi che segnano.
Allora, entriamo subito in clima partita: a +13 sulla squadra di Ancelotti, si può dire che la Juve abbia già vinto lo scudetto?
Sai che ti dico? A mio parere, la Juve ha vinto il tricolore ai sorteggi del calendario di serie A: se si confrontano le prime dieci giornate degli azzurri con quelle dei bianconeri, non c’è storia.
Ma Napoli-Juve è sempre la partita delle partite, o la distanza in classifica ha rotto l’entusiasmo?
Non si discute: è sempre il match dei match, quello da vincere e basta; ma sicuramente è il meno sentito degli ultimi anni.
Chi schierare in campo per vincere, secondo te?
Meret in porta; Malcuit, Maksimovic, Koulibaly e Hysaj (o forse Ghoulam) in difesa; Callejon, Allan, Zielinski e Ruiz a centrocampo; Mertens e Milik in avanti. Lascerei fuori Insigne: penso che non sia sereno, non so perché. Mi piacerebbe vedere anche Ounas, che secondo me è il più in forma; ma Callejon è insostituibile.
Chi o cosa temere, invece, della Juve?
Spero non l’arbitro. A parte ciò, sicuramente Cristiano Ronaldo. Un altro pericoloso è Mandzuckic: tatticamente è molto intelligente, non dimentichiamo la partita d’andata.
Napoli-Juve sarà una sfida anche in campo abatese, perché sul territorio, meno di un anno fa, si è costituito un gruppo attivo di tifosi bianconeri. Cosa ne pensi?
Sinceramente, nutro totale indifferenza per la cosa. Il cosiddetto “tifoso medio”, saputa la notizia, l’ha definita una vergogna, però io non sono d’accordo. Anzi, conosco uno dei fondatori del gruppo e quando lo incontro ci scambio volentieri quattro chiacchiere… Ma non di calcio! Preferisco non parlare di pallone, perché mi dà fastidio che i bianconeri tendano a negare l’evidenza, definendosi sportivi, quando poi nella loro casa, lo Juventus Stadium, sono all’ordine del giorno cori discriminatori contro la nostra terra.
Non sei, quindi, tra quelli che pensano che si debba necessariamente tifare la squadra della propria città?
Ognuno è libero di scegliere la propria fede calcistica. Anche perché, se fossimo tutti tifosi azzurri, mancherebbe lo sfizio dello sfottò con l’avversario. Ci sta, è il bello del calcio! Ma voglio precisarlo: quando l’arbitro fischia, finisce tutto.
Se avessi potuto scegliere un calciatore della Juventus, anche del passato, chi avresti voluto vedere in maglia azzurra?
Avrei cercato di trattenere Dino Zoff.
Del Napoli, invece, quale pensi sia il calciatore migliore della storia?
Sarei stupido se non rispondessi Maradona, anche se ero troppo giovane quando ho vissuto la sua epoca e sono del parere che con lui il Napoli abbia vinto perfino troppo poco. Al di là di D10S, mi piaceva molto Careca. E non posso negare che porterò sempre nel cuore Marek Hamsik.
E il migliore allenatore che gli azzurri abbiano mai avuto?
Difficile scegliere, perché vengono generalmente in mente i più recenti. E tra i più recenti non posso non dire Sarri: ha lasciato il segno pur non vincendo nulla, anche se uno scudetto e mezzo ce l’hanno scippato dal petto. Ancelotti? È ancora da troppo poco in azzurro, non voglio giudicarlo.
Tornando al presente, a ormai meno di tre mesi dal termine del campionato, come immagini la classifica finale?
Penso che l’ordine per le prime cinque sarà il seguente: Juve, Napoli, Milan e Roma-Inter ancora in sfida per il quarto posto. Forse la sorpresa del campionato è proprio il Napoli: ero pessimista all’inizio, visti i tanti cambi che lo hanno interessato pensavo facesse meno bene. Chi retrocederà? Chievo, Frosinone (anche se mi dispiace) e forse Empoli, ma preferirei una tra Bologna e Udinese.
Se davvero finisse come hai preventivato e, quindi, la Juve vincesse lo scudetto, il Gruppo Tifosi Juventini Abatesi dovrebbe festeggiare con sfilate e manifestazioni pubbliche sul territorio?
Perché no? Hanno il diritto di festeggiare, ma dovrebbero rispettare dei limiti e non istigare poi a reazioni spropositate. Comunque, è come se stessero in trasferta: si dovrebbero immedesimare nel napoletano che vive a Torino.
Napoli e Juve hanno un “ex” in comune: Higuain. Se il Club Napoli Sant’Antonio Abate potesse mandargli un messaggio, cosa gli direbbe?
Penso si porti sulla coscienza uno scudetto. A prescindere da ciò, si è tolto l’opportunità di lasciare l’Italia da eroe, ma non ha resistito al richiamo del business.
Altro punto in comune è il cammino in Europa, dove nessuna delle due squadre riesce a registrare successi rilevanti. Perché i team italiani fanno così fatica?
In Italia non c’è competizione e non c’è motivazione. La Juve in serie A è abituata a vincere seguendo il motto di Boniperti (“Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”, ndr), che io assolutamente non condivido, e ne paga le conseguenze in Champions. Ribaltare il ritorno con l’Atletico? Non è detta l’ultima parola, ma se si ripensa al Bernabeu lo scorso anno… Il Napoli? È stato anche molto sfortunato negli ultimi anni e, poi, è stato abituato, una volta non superato il girone, a snobbare l’Europa League. Ma forse quest’anno con Ancelotti la musica è cambiata: perché non immaginarci in finale?!.
Purtroppo, un’altra cosa che spesso si lega a Napoli-Juve è la violenza tra il tifo. Vogliamo lanciare un messaggio per contrastarla?
Assolutamente sì. Ma voglio fare una premessa: gli organi preposti, tante volte, non sono stati in grado di garantire l’ordine, di questo ne sono convinto; basta vedere le decisioni proprio per la partita di domani, ad esempio. A parte ciò, condanno a nome del Club Napoli Sant’Antonio Abate qualsiasi tipo di violenza: non solo quella fisica, ma anche quella verbale, quindi cori denigratori di qualsiasi tipo compresi. Gli sfottò ci stanno e fanno parte del bello del calcio, ma una volta che l’arbitro fischia dovremmo ricordarci che è finito tutto. “Chi non salta è juventino, ma chi usa la violenza è un cretino”, lo urliamo forte.
Dalla sede del Club Napoli Sant’Antonio Abate il messaggio è forte e chiaro: potete fargli eco partecipando all’iniziativa “#NAPOLIJUVEÈTUTTANATASTORIA: una foto contro la violenza nel calcio”.
In ogni caso, continuate a seguirci, perché prossimamente posteremo una seconda parte dell’intervista, dedicata alla storia del Club e alle origini della passione azzurra. Buona partita a tutti, ricordando che il calcio è – prima di tutto – un gioco.
“Devi cambiare d’animo, non di cielo”: la frase che mi ripeto più spesso quando mi viene voglia di scappare; ma restare mi piace di più. Credo nelle radici anche quando meriterebbero di essere estirpate.
Il mio primo amore è stato – ed è – il calcio. A 14 anni ho iniziato a seguire il Sant’Antonio Abate, prima da appassionata e poi da addetto stampa: Eccellenza, serie D, Eccellenza e continua a leggere