Prima mossa del Governo: lavoro e Decreto dignità

Cambiano i contratti di lavoro: il “decreto dignità”, uno dei primi atti del governo Lega-M5S, approda oggi alla Camera per il vaglio dei 900 emendamenti. Dopo le critiche di Confindustria e della Ragioneria dello Stato, il ministro Di Maio apre a possibili modifiche ma ribadisce: “Il decreto è la Waterloo del precariato”. Ma cosa prevede la legge?

Contratti a tempo determinato 

Il decreto si propone di aumentare il numero dei lavorati con contratto a tempo indeterminato attraverso una stretta sui contratti a tempo determinato: ne abbassa la durata complessiva da 36 a 24 mesi. Reintroduce, inoltre, le causali (abolite dal Jobs Act) per i contratti a tempo che superano i 12 mesi, imponendo al datore di lavoro di dichiarare il motivo per il quale procede al prolungamento del contratto. Due possono essere i motivi: esigenze connesse a incrementi temporanei della produzione o sostituzione momentanea di altri lavoratori. 

 Licenziamenti 

La legge rende economicamente più gravosi i licenziamenti, aumentando del 50% l’indennizzo per i licenziati senza giusta causa. Tale punto è fermamente avversato dal Partito Democratico, il quale ritiene che le imprese saranno poco incentivate ad assumere a tempo indeterminato (visti i costi) e maggiormente indirizzate verso l’assunzione di contratti di breve durata come quelli di 12 mesi. Il decreto, infatti, non destina risorse per favorire l’incremento dei contratti stabili, inducendo la Ragioneria dello Stato a stimare una crescita del numero di disoccupati. 

 Delocalizzazioni 

La previsione osteggiata da Confindustria è quella relativa alle delocalizzazioni: l’impresa che riceve aiuti di Stato non potrà spostare la produzione all’estero per almeno 5 anni, pena la restituzione delle somme maggiorate di interessi. In Europa, si ricordi, i processi di delocalizzazione sono leciti in virtù delle norme del mercato unico. 

 Spesometro e Split Payment 

Congelato fino al 2019 lo “spesometro”, strumento che obbliga imprese e lavoratori autonomi a dichiarare, entro certe scadenze, redditi e spese effettuate, in modo da verificare la compatibilità tra entrate e uscite e ridurre l’evasione 

Con una norma, inoltre, si escludono i professionisti dal meccanismo dello “split payment”, in base al quale la Pubblica Amministrazione che acquista beni e servizi da terzi è obbligata a versare l’Iva presente in fattura non già al fornitore, ma direttamente all’Erario. 

 Non solo lavoro 

Come da prassi, i decreti legge contengono spesso disposizioni che poco centrano con il relativo oggetto. In questo caso, il “decreto dignità” vieta le pubblicità del gioco d’azzardo (lotto, scommesse sportive, gratta e vinci) per limitare i casi di ludopatie. 

 Mentre il decreto bussa alle porte del Parlamento, infiamma il dibattito politico tra opposizioni e il Ministro Di Maio, promotore e strenuo difensore di un atto già definito dagli esperti frettoloso e incompleto. La stesura del testo avrebbe probabilmente richiesto una più ampia partecipazione politica e istituzionale, coinvolgendo sindacati, rappresentanze di lavoratori e di imprese. Lo richiede la preminente importanza di una materia – il lavoro – che necessita di una trattazione chiara e condivisibile, che tuteli e crei possibilità. Il lavoro non si crea solo con le norme (in particolare quelle restrittive), ma attraverso investimenti, formazione e valorizzazione delle risorse. Piuttosto che creare nuove leggi che hanno, molto spesso, l’obiettivo politico e propagandistico di abrogare i provvedimenti dei precedenti Governi, bisognerebbe forse iniziare seriamente a vigilare sull’applicazione di quelle vigenti perché la dignità non discende da un decreto, ma dalla tutela reale delle concrete condizioni dei lavoratori. 

Pietro D'Ambrosio

Classe 1995 e svariati sogni nel cassetto. Diritto, politica e astronomia sono le mie passioni: razionale al punto giusto, nel tempo libero mi lascio affascinare dall’infinito. Passerei intere giornate a leggere classici perché in uno vi ho letto che “la bellezza salverà il mondo”. E ci credo follemente.